Si percorre la traiettoria di ricerca che collega la psicopatologia delle migrazioni (italiane e internazionali) all’etnopsichiatria di Georges Devereux, rinnovata dalle intuizioni metodologiche e applicative di Tobie Nathan. I movimenti migratori rendono necessario un aggiornamento progressivo delle discipline interessate alla tutela della salute mentale che sono  state costruite lungo un asse etnocentrico. Tale modalità di costruzione genera oggi gravi difficoltà all’erogazione delle cure in favore di popolazioni sofferenti ma che appartengono a mondi culturali costitutivamente diversi, spesso poco conosciuti e, tendenzialmente, conflittuali. Per quanto animata da intenzioni collaborative di rinnovamento della conoscenza clinica e della pratica psicoterapeutica, l’etnopsichiatria generale continua a trasmettere un effetto di perturbazione cognitiva tale da renderne spesso difficoltosa la ricezione e l’applicazione nei vari sistemi di assistenza e nelle diverse configurazioni di rapporto terapeutico.