Daniel Stern ha contribuito in modo determinante a far luce sulle dinamiche interattive madre-bambino nei primi anni di vita, nell’ambito del movimento dell’infant research (Lois Sander, Robert Emde, Beatrice Beebe).

Tuttavia il contributo di Stern aggiunge un ulteriore tassello alle interazioni precoci aprendo un’importante finestra sui processi di internalizzazione precoce un ponte significativo con la tradizione psicoanalitica.

Ma forse uno degli ambiti di maggiore interesse è il riconoscimento della conoscenza implicita nelle relazioni precoci, in altri termini una conoscenza più immediata, procedurale, non simbolica, non esprimibile verbalmente e non volontariamente evocabile. Stern in uno dei suoi scritti aveva parlato di danza interattiva fra madre e bambino legata ad un ritmo condiviso che va costruito, mantenuto, modificato e recuperato qualora venga perso. Si tratta di un codice interattivo che può essere trasferito e riconosciuto nel contesto psicoterapico, in cui si costruisce una relazione che si articola sul piano esplicito e su quello implicito, il quale ultimo non è sempre adeguatamente riconosciuto ed utilizzato.

Questa è l’area che tradizionalmente è stata definita dei fattori non interpretativi, che alla luce dell’infant research possono essere riformulati e approfonditi.