Peter Cryle: Osservazioni sulla normalità.

Nel 2017, in collaborazione con la mia collega Elizabeth Stephens, ho pubblicato una storia della normalità che prova a ricostruire l’evoluzione storica dell’uso della parola “normale,” soprattutto nei contesti francese e inglese. Il presupposto da cui siamo partiti è stato quello di un’analisi discorsiva. Grazie allo studio di una parola attraverso il tempo, volevamo ripercorrere la storia di una idea. La nostra storia inizia circa nel 1820, quando si parlò per la prima volta di “organi normali” in campo anatomico e di “stato normale” nella fisiologia. Il normale non indicava la perfezione nel pensiero classico, ma significava un’“organizzazione” corporale. Ogni organo normale era per definizione al suo posto funzionale. Furono la psicologia e la psicanalisi a parlare verso il 1890, non di organi, ma di soggetti e di persone anormali. Si potrebbe pensare che il binomio normale-anormale sia nato con l’emergenza del normale nel discorso medico ma non accadde così. Nell’anatomia teratologica si cominciò attorno al 1835 a parlare di diverse classi di anomalie, ma senza raggruppare queste anomalie in una categoria generale denominata “anormalità.” Fu la psicologia verso la fine dell’ottocento a parlare di anormalità.