Jean Paul Matot

Jean Paul Matot (Bruxelles)

Elementi per una psicanalisi terrena. Il contesto di catastrofe ecosistemica nel quale la nostra attuale umanità si trova coinvolta comporta l’emergenza di nuovi paradigmi. Riguardo a ciò, assumono un’importanza decisiva le “scienze del vivente”. La psicanalisi, che da più di un secolo ha fatto progredire la conoscenza della vita della psiche umana, può, oggi ancora, apportare dei contributi importanti a questo rinnovamento ontologico. Nel corso di questa esposizione, apporterò qualche proposta relativa agli allargamenti metapsicologici potenzialmente in grado di concorrere all’emergenza di una psicanalisi “terrena”: una psicanalisi capace di prendere pienamente in conto la nostra appartenenza all’insieme del vivente. Prima proposta: la psicanalisi dovrebbe allargare la sua prospettiva al di là del campo oggettuale, quello cioè al quale essa resta globalmente limitata, per esplorare i campi dell’informe e di ciò che i fenomenologi hanno chiamato il “mediale”. Seconda proposta: essa dovrebbe prendere maggiormente in conto i differenti livelli di realtà nei quali noi viviamo (che le evoluzioni tecnologiche rendono oggi inevitabile). Questi diversi livelli di realtà implicano la possibilità di investire una varietà di configurazioni psichiche stabili, che vanno oltre il modello della seconda topica freudiana. Alcune vignette cliniche illustreranno tali proposte teoriche.

Jean Paul Matot è Pedopsichiatra, Membro della Società belga di Psicanalisi, già direttore della Rivista Belga di Psicanalisi (2010-2020). Ha insegnato all’Università libera di Bruxelles. Ha pubblicato l’”Enjeu adolescent” (PUF, 2012), (traduzione italiana Alpes, 2015, “La sfida adolescente”). In seguito, dal 2019, tre libri, di cui uno, “Le Soi disséminé” è stato tradotto in italiano (“Il Sé disseminato, Bette ed.,2020), pongono le basi delle prospettive metapsicologiche che egli sta continuando a sviluppare.