“Scomposizioni dell’identico. Lavorare sulla coazione a ripetere” (Maurizio Balsamo).

Come pensare la coazione a ripetere nello spazio della cura? Come aprire un varco nella ripetizione di eventi e situazioni che sembrano offrire una cieca resistenza a una possibile trasformazione delle modalità traumatiche di legame a cui il paziente sembra sottomesso? André Green aveva osservato, ne Il tempo in frantumi (2000) (Roma Borla, 2001), che l’apertura del processo della ripetizione può avere luogo (e in tal modo aprire al passaggio dall’oggetto traumatico alla ripetizione del gioco simbolizzante del rocchetto) allorché la ripetizione ha raggiunto una certa densità semantica e una potenzialità di “decondensazione”. Il che sembra presupporre che essa assume nel processo analitico un grado di complessità sempre maggiore, e che in questa complessità appare allora l’articolazione ad altri livelli di funzionamento, il rimando a reti simboliche passibili di entrare in connessione con una serie di eventi apparentemente unici, permettendo di intraprendere il lavoro di slegamento della coazione.