Il modello psicologico più storicamente portatore di contenuti animici, l’isteria, è oggi una diagnosi pressoché scomparsa. L’autore suggerisce che l’isteria, camaleonticamente trasformata dalla modernità, al punto da venire talora confusa con un ventaglio di diagnosi che varia dall’attacco di panico al disturbo bipolare, vada oggi considerata sostanzialmente uno strumento difensivo di cui la psiche dispone per modulare sia l’eccessiva svalutazione del corpo, sia gli eccessi di materialismo, proposti quotidianamente dalla nostra cultura. Interviene cioè regolando la tensione degli opposti che riguarda la coppia corpo/anima, materia/spirito, cervello/mente, o come altrimenti preferiamo chiamarla. Si oppone a ogni concezione dualistica della psiche e ne propone una visione unitaria. Anzi, una visione della psiche dal punto di vista dell’archetipo dell’anima.